POLIS

Piano Obiettivo Lavoro e Integrazione Sociale per i cittadini di paesi terzi in Veneto (2025-2029)

Il progetto

POLIS è un progetto quinquennale che promuove l’integrazione sociale e lavorativa dei cittadini di Paesi Terzi regolarmente soggiornanti in Veneto. Finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2021-2027 (FAMI), il progetto mira a costruire una società più coesa, inclusiva e consapevole delle diversità culturali.

Obiettivo generale

POLIS nasce con l’intento di rispondere in modo strutturato ai bisogni specifici dei migranti, rafforzando la loro partecipazione attiva alla vita sociale, culturale, economica e politica. Il progetto punta a valorizzare competenze, rafforzare i servizi pubblici, contrastare le disuguaglianze e sviluppare politiche locali efficaci e inclusive.

Target dei destinatari

  • 3500 cittadini di Paesi Terzi presenti in Veneto

  • 800 operatori del sistema pubblico e del terzo settore

  • Il progetto opera su scala regionale, con attività in tutte le province del Veneto.

Partner

Capofila del progetto è la Regione del Veneto, affiancata da un ampio partenariato composto da:

  • Veneto Lavoro

  • Università IUAV di Venezia

  • Università Ca' Foscari Venezia

  • Università degli Studi di Padova

  • Università di Verona

  • Comune di Padova

  • Comune di Treviso

  • Comune di Venezia

  • Comune di Verona

  • Comune di Vicenza

Budget complessivo

Il progetto dispone di un finanziamento totale di € 5.046.000, distribuiti su una durata di 60 mesi.

L'area di azione UNIVR: il Work Package 1 (WP1)

Il primo pacchetto di lavoro di POLIS ha come focus il rafforzamento della governance multilivello per l’inclusione dei migranti. In particolare:

  • Potenzia le competenze e le conoscenze degli operatori dei servizi pubblici e dei mediatori linguistico-culturali.

  • Promuove la ricerca e la formazione su tematiche come: accesso alla casa, lavoro, salute, vulnerabilità, partecipazione giovanile e sport come leva d’inclusione.

  • Attiva reti e comunità di pratiche tra enti pubblici, università, terzo settore e parti sociali.

  • Prevede percorsi formativi per oltre 200 operatori dei Centri per l’Impiego e strumenti pratici (linee guida, toolkit, videolezioni) per la presa in carico dei lavoratori vulnerabili.

WP1 – Rafforzare le competenze per un’integrazione efficace

Il Work Package 1 mira a potenziare le conoscenze sui principali temi legati all’integrazione dei cittadini di Paesi Terzi – come casa, lavoro, salute, scuola, partecipazione e inclusione – promuovendone la condivisione tra gli attori coinvolti nelle politiche migratorie. Grazie al contributo delle università, vengono sviluppate ricerche e pratiche innovative utili alla programmazione di interventi efficaci.

Il WP1 rafforza le reti tra enti pubblici, terzo settore, mondo del lavoro e dell’educazione, valorizzando le esperienze virtuose e creando comunità di pratiche. In particolare, si punta a qualificare il personale dei Centri per l’Impiego e i mediatori linguistico-culturali attraverso percorsi formativi per oltre 200 operatori. È prevista anche la realizzazione di una guida operativa e il supporto di un legale esperto per favorire la corretta presa in carico dei lavoratori stranieri vulnerabili.

L’impatto atteso è un sistema regionale più preparato, coordinato e inclusivo.

 

I Team del Progetto – Conoscenze, Ricerca e Azioni per l’Integrazione

Il progetto FAMI della Regione Veneto si sviluppa attraverso un insieme di team interdisciplinari che affrontano i temi chiave dell'inclusione sociale dei cittadini di Paesi Terzi. Ogni team lavora su specifiche aree tematiche con un approccio integrato, partecipativo e basato sulla ricerca applicata.

🏠 Team Casa e Abitare

Referenti: Polin, Paini, Gamberoni
Il team analizza le traiettorie abitative dei migranti a Verona, esplorando le criticità legate a sfratti, precarietà e accesso alla casa. L’obiettivo è proporre soluzioni partecipate e politiche abitative efficaci, coinvolgendo attori pubblici, Terzo settore e famiglie migranti.
📌 Focus: ricerca-azione, formazione operatori, politiche partecipative.

Territorio di riferimento e fabbisogni rilevati

L'intervento relativo alla tematica dell'abitare in migrazione verrà affrontato con riferimento al contesto urbano veronese, tenendo conto della complessità della questione che vede coinvolti diversi attori. 
Infatti, l'inclusione abitativa dei migranti è un processo che prevede diverse fasi, ciascuna delle quali richiede un costante monitoraggio regionale e locale per il disegno di adeguate ed efficaci azioni di policy. È un processo che coinvolge diversi attori (privati, pubblici e no profit) che dovrebbero muoversi in sinergia per l'individuazione tempestiva di bisogni emergenti e per la formulazione di proposte di azioni di intervento di tipo partecipativo.

Obiettivi specifici e risultati attesi dal Partner

Il progetto si propone di:
1.    Tracciare le traiettorie abitative dei migranti soggetti coinvolti ed evidenziare problematiche legate ai percorsi migratori e abitativi; 
2.    Analizzare quei passaggi che hanno determinato opportunità oppure scelte di vita abitativa comprendendo come eventi e circostanze di varia natura possano aver mutato la domanda dell’accesso alla casa
3.    Realizzare eventi di formazione diretti a operatori delle associazioni veronesi che si occupano di disagio abitativo delle famiglie migranti con figli minori per un confronto costruttivo sui bisogni emergente e su possibili proposte di policy. 

I risultati della ricerca confluiranno in un report e saranno divulgati in particolare a gruppi d’interesse che si occupano di inclusione abitativa delle persone con background migratorio. 
 


🤝 Team Associazionismo e Lingua

Referenti: Cotticelli, Rizza, Dusi, Vender, Dal Maso, Florit, Majorano
Si concentra sull’insegnamento dell’italiano come L2 per minori, giovani e adulti migranti, promuovendo l’inclusione attraverso l’alfabetizzazione, la lettura condivisa e la formazione degli operatori del territorio e dei formatori CPIA.
📌 Focus: bilinguismo, educazione interculturale, formazione formatori.

Territorio di riferimento e fabbisogni rilevati

Il territorio di riferimento è la città di Verona e provincia. Dal documento di analisi "Piano triennale di massima 2022-2024 degli interventi nel settore dell'immigrazione" del Consiglio Regionale del Veneto, con particolare riferimento al punto "Lessons learnt dalla programmazione 2019-2021", emergono quali priorità: 
•    la necessità di potenziare la collaborazione tra scuola e diverse realtà del territorio per migliorare l'integrazione; 
•    l'importanza dell'insegnamento della lingua italiana nel processo di integrazione; 
•    la necessità di coinvolgimento delle famiglie, soprattutto le donne, in percorsi di formazione linguistico-culturale.

Obiettivi specifici e risultati attesi dal Partner

Il progetto affronta la questione del ruolo dell’italiano come L2 ai fini dell’integrazione dei cittadini di Paesi terzi per due gruppi distinti: i minori 0-6 anni, da un lato, e giovani e adulti, dall’altro.
Per quanto riguarda i minori 0-6 anni, l’obiettivo è di creare spazi innovativi di avvicinamento alla lingua e alla lettura che possano coinvolgere bambini e famiglie con background migratorio, e operatori del terzo settore (educatori e bibliotecari), al di fuori dei contesti scolastici, al fine di favorire l'acquisizione dell'italiano come L2 nella fascia 0-6 anni attraverso la lettura condivisa e migliorare la formazione degli operatori sull’alfabetizzazione emergente.
Per quanto riguarda giovani e adulti, l’obiettivo è di accrescere e valorizzare le competenze dei formatori delle strutture del CPIA per favorire una più efficace l’integrazione lavorativa di giovani e giovani-adulti attraverso una formazione specifica sui meccanismi di apprendimento dell’italiano L2 anche a quei formatori che non si occupano specificatamente dell’insegnamento della lingua, ma la usano come lingua veicolare. 
 


🏃‍♀️ Team Sport

Referenti: Schena, Vitali
Valorizza l’attività sportiva come strumento di inclusione, benessere e cittadinanza attiva. Il team propone percorsi formativi per educatori e stakeholder sullo sport come leva per il dialogo interculturale e la coesione sociale.
📌 Focus: educazione fisica inclusiva, sport per adolescenti migranti, prevenzione del disagio.

Esperienze e reti coinvolte/da coinvolgere e complementarietà con altri interventi

L’inclusione è un approccio didattico che mira a valorizzare le differenze e le abilità di ogni atleta/studente, riconoscendole e non celandole, favorendo l’apprendimento reciproco di abilità (non solo fisiche), nel rispetto delle capacità, dell’unicità e delle potenzialità di ognuno (Block, 2000; Lieberman & Houston-Wilson, 2002). I bambini cresciuti in un retroterra familiare di un gruppo etnico maggiormente radicato nella propria cultura d’origine, spesso faticano quanto gli adulti ad adattarsi al sistema culturale dominante: le aspettative nei confronti della scuola e, più in generale, la visione del mondo e su ciò che dovrebbe essere educativo per i più piccoli spesso risulta schiacciato fra la propria cultura d’origine e quella dominante. La situazione di difficoltà, in questo caso, può essere ulteriormente acuita se la distanza culturale fra la cultura di origine delle minoranze e la cultura dominante è molto ampia.

Le attività motorie in genere, ma in particolare l’educazione fisica e lo sport organizzato, possono giocare un ruolo significativo anche per la promozione del dialogo interculturale e di scambi funzionali a positivi processi di interazione e di integrazione fra giovani di culture diverse e le loro rispettive famiglie d’origine.

Obiettivi specifici e risultati attesi dal Partner
Obiettivo generale è formare educatori (es. docenti, docenti di Educazione fisica, allenatori), stakeholders  e decisori politici sulle potenzialità di integrazione delle attività motorie e sportive come motori di crescita personale e sociale per promuovere la partecipazione attiva, la cittadinanza, il dialogo interculturale e il diritto alla pratica motoria e sportiva come volano di benessere (in linea con la recente modifica dell’Art. 33 della Costituzione italiana) dei giovani migranti di prima, seconda e terza generazione, valorizzando anche il tema della prevenzione e della promozione della salute attraverso uno stile di vita attivo. 


🏥 Team Salute e Accesso ai Servizi

Referenti: Cordiano, Prando, Nosè, Turrini
Lavora sull’accesso equo alla salute per le persone migranti, con particolare attenzione alla salute mentale e ai diritti delle persone con disabilità. Il team propone formazione, linee guida e strumenti per operatori, oltre a un’analisi giuridica sul diritto alla salute.
📌 Focus: benessere psicologico, salute mentale, formazione giuridico-sanitaria.

Territorio di riferimento e fabbisogni rilevati
Le persone straniere sono una popolazione vulnerabile al disagio psicologico e con un elevato rischio di disturbi psicopatologici a causa della frequente esposizione ad esperienze stressanti o traumatiche che hanno vissuto nei paesi di origine, nel corso del percorso migratorio, ma anche nel paese accogliente. 
Nel territorio di Verona, l'accesso al diritto alla salute per le persone migranti è ancora controverso, sia per le criticità della disciplina dell'immigrazione sul tema salute, sia per gli istituti di protezione previsti dalla normativa italiana e dei relativi meccanismi giuridici coinvolti, come TSO e amministrazioni di sostegno.
Il fabbisogno è quindi duplice, da un lato riguardando gli aspetti più clinici per l’accesso ai servizi sanitari, dall’altro sotto il profilo giuridico.
Da un lato infatti, emerge la necessità di riconoscere le situazioni di sofferenza psichica, e di eventuale patologia psichiatrica per una presa in carica rapida ed efficace. Una prima riposta a queste situazioni di sofferenza emotiva può essere data dagli operatori che lavorano con la popolazione migrante nei vari contesti, con un successivo invio ai servizi specialistici qualora ve ne sia la necessità. L'attività di formazione prevista si focalizzerà proprio su questi temi per fornire strumenti di riconoscimento del disagio psicologico e di intervento a tutti gli operatori di settore.
Dall’altro, l’attività di studio e analisi intende far emergere eventuali prassi in vigore nel territorio di riferimento. In aggiunta, data la scarsa chiarezza circa i requisiti per l'accesso ai servizi sanitari del territorio, l'attività di ricerca sarà accompagnata da un corso di formazione rivolto agli operatori di settore, al fine di fornire risposte concrete ai casi seguiti dai servizi.

Obiettivi specifici e risultati attesi dal Partner
Il progetto ha due obiettivi:
1)    generare maggiore consapevolezza sulle condizioni di benessere psicologico e di salute mentale dei migranti. 
2)    generare maggiore consapevolezza sulle condizioni di vita dei migranti con problemi sanitari e il loro accesso ai servizi sanitari, con un focus particolare sulle persone migranti con disabilità e con problemi psichiatrici.
 


Ogni team combina ricerca sul campo, formazione e co-progettazione con i soggetti del territorio, per costruire insieme risposte concrete, durature e inclusive ai bisogni dei cittadini stranieri. Un lavoro di rete per un Veneto più giusto e coeso.