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angle-left La disputa di Dante - 7.12.2021

Debutto del nuovo spettacolo di Alessandro Anderloni nato da un progetto dell’università di Verona

Teatro Ristori, lunedì 13 dicembre

 

Nasce nell’ambito del progetto dell’università di Verona “Dante in scena” coordinato dal docente Nicola Pasqualicchio, “La disputa di Dante il nuovo lavoro di Alessandro Anderloni. Lo spettacolo in prosa andrà in scena al Teatro Ristori il 13 dicembre, alle 10.30 per gli studenti e le studentesse delle scuole di Verona, e alle 21 per il grande pubblico. La disputa di Dante, di cui Anderloni è autore e interprete insieme al giovanissimo Giovanni Meneghetti, nasce in occasione dell’anniversario dalla Questio de aqua et terra, la “disputa”, appunto, che l’Alighieri tenne nel tempietto di Sant’Elena, a Verona, il 20 gennaio 1320. Lo spettacolo era, infatti, in programmazione per la primavera del 2020, ma è stato posticipato per le restrizioni causate dalla pandemia. Il testo nasce per tradurre una delle opere meno conosciute e meno studiate di Dante, la “Questio” e per la prima volta viene trasposto teatralmente. La produzione è di Àissa Màissa e Le Falìe con il progetto “Dante Settecento” che da tre anni onora l’anniversario dantesco a Verona con centinaia di eventi. Le scenografie e i costumi sono di Giovanna Ferrarese, suono e disegno luci di Samuele Tezza con musica di Mauro Palmas.

“Dante in scena”, il cartellone di spettacoli ispirati e dedicati al settimo centenario della morte del Poeta, è un’iniziativa diretta dal dipartimento di Culture e civiltà e dall’Assessorato alla cultura, con la collaborazione dei maggiori teatri veronesi e di altre realtà cittadine che operano nell’ambito dello spettacolo.

La “disputa di Dante” è ambientata a Verona il 20 gennaio 1320. Dante Alighieri si appresta a raggiungere il Tempietto di Sant’Elena dove, nel pomeriggio, lo attendono il vescovo Tebaldo, i canonici e i filosofi, tra cui l’illustre maestro Antonio Pelacani da Parma, per disputare la Questio de aqua et terra. L’argomento è se le acque, in qualche loro punto, possano essere più alte della terra emersa. Il poeta è intenzionato a dimostrare il contrario, confutando le opinioni di certuni che, pur di non confrontarsi con lui, diserteranno la lezione. Dante scriverà di suo pugno e dedicherà questo trattato a Cangrande della Scala, il Signore che lo ospita a Verona da quasi un decennio. Al mattino di quel giorno, il poeta si reca al palazzo scaligero per consegnare a Cangrande una copia della Questio e un’epistola, e forse per confidargli un poco della sua amarezza, ma nel salone d’attesa si trova davanti un paggio, Alfeo, ad annunciargli che «il Signore arriverà subito». Così si aprirà un’altra disputa, quella tra un illustre poeta ramingo e un giovane ragazzo senza famiglia, nella quale si svela un Dante umano, cagionevole di rabbia e tenerezza.

 

 

Prenotazioni delle classi scrivendo a lefalie@lefalie.it e, per gli spettatori, prenotazioni su www.univr.it/dante-in-scena.