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angle-left Grandi numeri per UniVerò Digital 2020 - 21.10.2020

L’appuntamento online del festival ha raggiunto più di 10mila persone

 

Il Festival del placement, promosso dall’università in collaborazione con Esu Verona e sostenuto da Unicredit, si è presentato alla sua sesta edizione in una modalità totalmente online, diventando così UniVerò Digital 2020. Quella telematica è stata una formula vincente che ha permesso di raggiungere molte persone nonostante i limiti imposti dall’emergenza Covid-19.

L’evento è stato trasmesso in diretta streaming sulle piattaforme del gruppo Athesis il 6 ottobre su 3 siti web, 2 emittenti televisive e 3 pagine Facebook ed è stato seguito da più di 10mila persone confermandone il successo anche nella veste digitale.

L’indice di gradimento è confermato anche dalle interazioni sui social, più di 218, tra Like e commenti, su Facebook sono stati raggiunti più di 40mila utenti, con 4.300 clic sul post con la diretta. Inoltre, per favorire l’interazione tra spettatrici, spettatori, relatrici e relatori, è stata data la possibilità di fare domande tramite Whatsapp durante le 2 ore di diretta.

Dopo i saluti del rettore Pierfrancesco Nocini, che ha auspicato sempre più stretta collaborazione e interconnessione necessaria tra università e realtà lavorative, e del responsabile scientifico del Festival, Tommaso dalla Massara, sono intervenuti 17 speaker, tra cui Donata Gottardi, prorettrice dell’ateneo, Giulio Tremonti, già ministro dell’Economia, Luigina Mortari, docente di Pedagogia generale e sociale, Olivia Guaraldo, docente di Filosofia politica, Bruno Giordano, vicepresidente di Confindustria Verona, Antonio Uricchio, presidente dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca e Maurizio Beretta, responsabile degli Affari istituzionali dell’Unicredit. Sono, inoltre, intervenuti Ilvo Diamanti, politologo, Margherita Forestan, consigliere di amministrazione di Fondazione Cariverona, Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera e Raffaele Boscaini, vicepresidente di Confindustria Verona.

Nonostante la modalità differente dalle altre edizioni, l’obiettivo di UniVerò Digital 2020 è rimasto lo stesso ovvero dare alle giovani e ai giovani una grande visione sul futuro, provando a rispondere alla domanda: cosa ci aspetta dopo la laurea? Malgrado la situazione di emergenza sanitaria, l’ateneo veronese è riuscito a mantenere vivo il collegamento tra università e mondo del lavoro, dando alle studentesse e agli studenti una bussola per orientarsi in quello che sarà il loro futuro lavorativo.

“La scommessa di Univerò è stata vinta quest’anno in condizioni difficilissime - commenta Tommaso dalla Massara, direttore del Festival - perché lo spirito del Festival era proprio quello di dar vita a un grande incontro “dal vivo” in uno spazio unico per incontrare molte persone e scambiarsi tante idee. Negli anni passati lo facevamo a Santa Marta, quest’anno lo abbiamo fatto nella piazza virtuale del web. Eppure, ci siamo riusciti, anzi in questo modo abbiamo raggiunto persone che forse non sarebbero venute nei nostri spazi. Il Festival è un patrimonio di Verona, che merita di essere preservato, con l’aiuto di tutti. Ce la faremo nel 2021 a realizzare un grande Festival magari in modalità duale? Forse questo sarà il futuro”.

Tutti i relatori hanno espresso grande soddisfazione per gli esiti del Festival, che vanta ormai una lunga lista di “amici”. “È questo patrimonio di credibilità che ci consente di andare avanti anno dopo anno – aggiunge Dalla Massara - e di coinvolgere sempre nuovi testimonial, perché sanno di contribuire a un evento qualificato e di grande appeal”.     

“Siamo felici di aver contribuito al successo di Univerò Digital 2020 - dichiara Luisella Altare, Regional Manager Nord Est - La particolare situazione contingente venutasi a creare non solo non ha impedito lo svolgimento del festival, ma ha permesso di esplorare nuove forme di interazione che, dati alla mano, hanno riscosso parecchio successo. Il tema di un ingresso, il più agevole e rapido possibile, nel mondo lavorativo per chi proviene da realtà accademica resta oggi centrale, anche e soprattutto per aiutare il nostro Paese a non disperdere energie e a mantenere alti livelli di competitività”.